Mi chiamo Don Giuseppe Favaloro, sono nato nel 1814 dal terzo matrimonio di mio padre, che all'età di 59 anni sposa sua cugina Concetta Tosco. Mio padre Francesco era maestro precettore ed abitava a Palermo nel quartiere della Loggia, oggi semplicemente la Vucciria, che è il nome del suo antichissimo mercato, quello è il mio quartiere e li abitavano i miei parenti.
Sono rimasto orfano di entrambi i miei genitori a quattordici anni ed il Consiglio di famiglia decise di mandarmi in Collegio, al San Rocco, dove conseguo il titolo di maestro di Calligrafia. Nel Maggio del 1834 mi impiego come "alunno" della Segreteria della Direzione Generale di Polizia. E quindi inaspettatamente nel 1838, con l'arrivo di Del Carretto, abolita la Direzione di Polizia sono impiegato nella Prefettura come ispettore della polizia, fui tentato di rifiutare l'incarico ma fidati consiglieri mi fecero accettare. Fui destinato per un anno a Castroreale e l'anno successivo anno a Mistretta ed infine altri otto anni a Palermo. Molte sono state le mie missioni e gli incarichi che ho adempiuti con diligenza.
Tante le storie da raccontare…nel 1837 il colera si portò via la mia amata moglie Giovannina di appena diciassette anni, sembra che siano state 70 000 i morti dall'estate del 1837 al Novembre dello stesso anno.
Nel fatidico 1848, l'anno della rivoluzione, mi ritrovai protagonista di quegli eventi.. Il 9 gennaio comparve a Palermo il famoso manifesto che invitava i Palermitani alla rivolta, ed il giorno seguente fui comandato di eseguire gli arresti…. Il 12 gennaio scoppiò la rivolta. Il 23 gennaio 1848 fui l'unico esponente della Polizia che fu catturato dal popolo in armi che all'unisono mi proclamo "Galantuomo" ed i giornali di quei giorni ne sono testimoni....